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di Alberto Brescancin
Prima partita casalinga per i Grifoni della 20, chiamati a bissare il successo della prima giornata, conquistato domenica 9 sul campo di Trieste. Sulla carta l’avversario non è dei più semplici, tra le fila dei nostri si teme un’ altra “Rubano” (per chi ha perso qualche puntata, trattasi della débâcle subìta contro il Roccia l’anno scorso: una Caporetto rugbistica). Ergo: la tensione è quella giusta, si cerca di non sottovalutare chi c’è di fronte.
Il rugby si sa, è come la vita: gli imprevisti capitano sempre. A mettere il bastone tra le ruote ci si mette l’organizzazione alla carlona dell’arbitro, che si presenta con un ritardo biblico. Nell’attesa, la carica agonistica cala, si inizia a sentire la fame, lo stomaco brontola.
Kick off alle 12.45 (!) e le cose si mettono subito male: errore in ricezione e dopo appena 3 minuti i nostri avversari si portano in vantaggio con un penalty (nostro fuorigioco). Fortunatamente, riusciamo a svegliarci e facciamo capire chi sono i padroni di casa: passano pochi minuti e Matteo “Red” Piazza segna una meta su giocata veloce. La tomaia di Alessandro Buosi assicura i due punti dalla piazzola. Dopo le scintille iniziali, il fuoco si spegne. Il ritmo è soffocato da una valanga di in-avanti, con somma gioia delle prime linee. Nonostante le nostre gravi disattenzioni, riusciamo a impostare un carrettino e a spingere Stefano “Giuggiola” Giuriolo a segnare la seconda meta del match. Questa volta, però, niente trasformazioni. Tuttavia, l’euforia dura poco: una manciata di minuti dopo ci ritroviamo in 14, causa ammonizione (brutto ed inutile sgambetto). Da segnalare che nei 10’ in inferiorità numerica, i nostri avversari si avvicinano pericolosamente alla linea di meta, ma riusciamo a respingerli. Il resto del primo tempo è stato un clamoroso susseguirsi di ingenuità e sviste. La mentalità non è quella giusta, e ciò si vede dal nostro atteggiamento, troppo approssimativo.
Dopo la pausa (e svariati chili di carne propinati ai nostri dagli allenatori), torniamo in campo con un piglio diverso: la mischia fa sentire i cavalli e Buosi aggiunge 5 punti al bottino (niente trasformazione). Al 14’ arriva una tegola sui nostri: il secondo cartellino giallo (placcaggio in ritardo). Ancora una volta ci ritroviamo con un uomo in meno e, ancora peggio, sale il nervosismo. Arginiamo i problemi cambiando qualcosa nella stanza dei bottoni: la cerniera della mediana va alle sapienti mani della premiata ditta Termine&Baldo. Il risultato non si fa attendere: Nicolò “Nico” Baldo tira fuori dal cilindro una meta delle sue, stavolta trasformata. Sul 24 a 3 per noi, e con il bonus offensivo già in tasca, i trequarti decidono di metterci un po’ di brio e Pierpaolo “Pier” Miotto deposita la palla oltre la linea dopo 30 metri di valzer tra gli avversari. Il buon Buosi trasforma. Decidiamo di non accontentarci: allo scadere Nico calcia l’ovale e, sfruttando un errore della difesa, lo recupera per poi involarsi in meta (non trasformata).
Si ritorna negli spogliatoi con un punteggio altisonante: 36-3 per noi, senza mete subite, con bonus offensivo. Il fatto è che spesso l’apparenza inganna. Alla luce di quanto successo nel primo tempo, la squadra deve porsi delle domande. L’obiettivo? Limitare gli errori, aumentare l’attenzione e la carica agonistica, eliminare l’indisciplina. Siamo stati fortunati: avessimo incontrato una squadra più scaltra ed esperta, la musica sarebbe stata diversa. Ma è inutile scoraggiarsi. Guardiamoci negli occhi e miglioriamoci, dato che la strada è ancora lunga e irta d’ostacoli.
Hanno partecipato:
XV di partenza: Nicolò Baldo, Simone Paladin, Mirco Battistella, Marco Foltran, Pierpaolo Miotto, Enrico Termine, Pierantonio Dalla Nora, Stefano Giuriolo, Gregory Stival (cap.), Matteo Piazza, Alessandro Buosi, Nicolas Falabretti, Gabriele Girardi, Marco Battistella, Leonardo Ragazzon.
A disposizione: Riccardo Cauz, Riccardo Fabris, Roberto Fasan, Mattia Drusian, Sebastiano Castagnotto, Carlo Giraldin, Manuel Gerolami.
Ultima modifica: 19/10/2011 alle 15:24
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