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28/05/2010, 14:43
LA BENZINA ERA FINITA: PERDIAMO IN CASA CON IL LIVENZA (5-24), MA L’ALPAGO BATTE FRASSINELLE E CI SALVA. VA COMUNQUE BENE: E’ UNA SALVEZZA CHE SENTIAMO DI ESSERCI MERITATI
Dunque siamo salvi. Niente trionfalismi: avremmo preferito di gran lunga riuscire a portare a casa da soli i punti necessari giocando una buona partita e vincendola, ma evidentemente proprio non ce n’era più. E comunque i ragazzi si sono impegnati e hanno fatto il possibile, restando in gioco fino a (circa) metà secondo tempo senza sfigurare, per poi cedere nel finale. La notizia della vittoria dell’Alpago sul Frassinelle (al quale naturalmente riconosciamo il coraggio e la forza di chi ha lottato fino alla fine) ci ha comunque permesso di affrontare il finale con tranquillità e di festeggiare una salvezza nella quale a gennaio pochi anche tra noi probabilmente speravano.
Sappiamo bene che sul campo gli avversari diretti hanno conquistato più punti di noi e ci hanno battuto (di misura) sia in casa che fuori, mettendoci preoccupazione con il loro recupero nel finale di campionato. Sappiamo dunque che dobbiamo il risultato anche alla nostra società, in particolare ai Grifoni, la cui crescita ci ha consentito (come sempre negli ultimi anni) di evitare le decisive penalità toccate ad altre squadre. Di questo ringraziamo naturalmente tutti i Grifoni, atleti, allenatori e dirigenti, compiacendoci ancora una volta delle cose (più o meno importanti), che giocatori e dirigenti della prima squadra fanno per sostenere il loro lavoro e la loro attività.
Ma sappiamo anche che in realtà, pur con le tante difficoltà, non eravamo poi una squadra inferiore alle altre dalla metà classifica in giù: abbiamo sempre combattuto e ce la siamo cavata sempre in modo onorevole, subendo una sola sconfitta veramente pesante in tutto l’anno (a Jesolo due domeniche fa) e mostrando di saper tenere il campo fino alla fine e magari di essere in grado di vincere anche in molte circostanze in cui poi errori e mancanza di convinzione ci hanno fatto uscire dal campo con in mano un pugno di mosche. Abbiamo perso molti degli scontri diretti con le rivali per la salvezza e abbiamo dovuto andarci a cercare i punti necessari anche con squadre più forti. Ma in quelle occasioni abbiamo imparato che la fiducia, il senso della squadra e lo spirito di sacrificio potevano rimediare a quel po’ di tecnica e di esperienza che a qualcuno dei nostri certamente manca ancora.
Alla cronaca della partita dedichiamo stavolta solo qualche cenno, per dire che il primo tempo è stato molto equilibrato, con una meta per il Livenza su un errore di posizione della nostra difesa e la risposta di Riccardo Martin con una bella penetrazione (5-7 perché loro trasformano e noi no). Il primo tempo si chiude così malgrado un paio di buone occasioni per Polcenigo e una fase prolungata di pressione sui 5 avversari da parte nostra senza che riusciamo a concretizzare. Diversi calci sbagliati per loro ma anche per noi che non abbiamo il piazzatore: Naressi è fuori e Menoncello si prende la responsabilità di calciare fallendo in un paio di occasioni davvero per poco.
Il secondo tempo inizia combattuto ed equilibrato, ma verso il 15’ il Livenza dimostra in un paio di occasioni più dinamismo e capacità di tenere viva la palla e segna due volte con due belle azioni. Siamo sotto e un po’ stanchi, forse non ci crediamo moltissimo, ma sul 5-19 ce la mettiamo tutta, tenendo viva la palla a lungo nei pressi dell’area di meta e dando per un paio di volte l’impressione di riuscire a passare. Sarebbe 12-19 e un punto che potrebbe servire, ma non ce la facciamo, anzi, nel recupero ci facciamo sorprendere ancora dagli avversari e finisce 5-24.
La sconfitta brucia sempre un po’, ma la soddisfazione per avercela fatta nonostante tutto è grande. Birra e salsicce (gli epici panini di Franco), giro in piazza e poi grigliata a cena, con buona parte dei fioi di Polcenigo che resta a farci compagnia e a festeggiare il proprio bel campionato.
Il tempo per i bilanci e per la ricostruzione comincia subito, ci siamo già dentro e stiamo cominciando a lavorare per la nostra festa e per l’organizzazione della squadra del prossimo anno, attorno a un gruppo che ha vissuto un’esperienza dura ma anche, alla fine, certamente positiva. Ricordiamo tutti i giocatori e li ringraziamo tutti davvero di cuore, quelli che erano in campo e quelli che gli infortuni hanno messo fuori. E un pensiero particolare a quattro guerrieri che in totale fanno 160 anni di età e che in questo finale di stagione più volte si sono messi in mezzo con grande generosità per coprire i buchi: Andrea Zanusso, Marco Corona, Walter Pompilii e Raffo Damo, che stavolta ha davvero raggiunto, con suo grande rimpianto, limiti di età che non gli consentiranno rientri. I “suoi” U18 lo hanno festeggiato con uno striscione e lui aveva gli occhi lucidi (per lo sforzo, certo…). Ha detto pressappoco: “Che bello giocare, e che peccato non poterlo fare più… Io non capisco quelli che vanno in campo e non combattono: cosa c’è di più bello che vedere la ruck formata e entrarci dentro a tremila all’ora per sostenere i compagni e cercare di rovesciare gli avversari…”. Eh sì, Raffo: cosa c’è di più bello? Grazie a te e agli altri (quasi) indistruttibili guerrieri. E a tutti, per oggi e per domani, ancora e sempre: “Forza FIOI!”
Hanno giocato: Martin R., Marturano, Martin S., Sartor, Menoncello (25’ st. Martin D.) Busolin (25’ st. Pompilii), Zanusso, De Bortoli (25’ st. Damo) Moino, Zoia, Santarossa, Saccon (15’ st. Spricigo), Cappelletto (10’ st. Grando), Corona (20’ st. Padoan), Carpenè. A disp. Buso. All. Brochetto.
Ultima modifica: 07/09/2010 alle 14:41
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