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di Joseph Rossetto
Il mese di Novembre è stato come al solito ricco di molti test match tra le nazionali di quasi tutti i primi sedici posti del ranking mondiale della sfera (scusate il gioco di parole) della pallovale. Ci sono stati risultati scontati, altri meno, altri addirittura sorprendenti; e poi c'è stato il sorteggio dei gironi dei mondiali 2015 che si terranno in Inghilterra (finalmente il rugby torna a casa) che ha come il solito riservato malumori ad alcuni e premiato oltre misura altri. Ma veniamo alle prestazioni nei test delle varie squadre:
Argentina: gioca e vince la prima partita dei suoi test novembrini andando a vincere nientemeno che a Cardiff contro il Galles. La loro è una partita caparbia, con una difesa asfissiante e con un cinismo in attacco che permette loro di segnare due mete di pregevole fattura. Poi perdono malamente contro la Francia e ancora peggio contro l'Irlanda. L'Argentina devi riuscire a tirarla fuori dalla sua matassa di gioco “sporco” e al limite del regolamento, sopratutto nel gioco a terra e nell'area del “break down”, e se non riesci ad avere palloni puliti da giocare al largo (cosa che contro di loro, sono riusciti a fare benissimo invece francesi e irlandesi) finisci in un imbuto e ti strozzi. Ma finché la forma e il fiato li sostengono, i Pumas buttano sul campo cuore e coraggio da vendere, aspetto per cui, secondo il mio parere, sono i primi al mondo.
Australia: team arrivato in Europa con diverse assenze di rilievo, di cui il mediano di mischia Genia è uno dei più forti al mondo nel suo ruolo. Giocano la prima partita contro Francia e subiscono una batosta di oltre 30 punti segnando solo due calci e neppure una meta. Soliti enormi problemi in prima linea: gli avanti australiani vengono arrotolati come il coperchio di una scatola di sardine già dalla prima mischia chiamata dal sempre ottimo arbitro Owens. Poi, la settimana dopo, riescono a recuperare diversi infortunati, cambiano interamente la prima linea e vanno a vincere, con una partita giocata con il manuale in mano, a Twickenham contro l'Inghilterra. Contro l'Italia giocano un primo tempo di sostanza e, complice anche la poca presenza degli italiani, vanno al riposo in vantaggio 22-9. Nel secondo tempo spengono la luce, o l'accende l'Italia, dipende dai punti di vista, e rischiano di pareggiare se non addirittura a perdere contro gli italiani per la prima volta nella loro lunga storia. Concludono la loro tournée giocando a Cardiff contro il Galles e vincendo grazie a una meta quasi a tempo scaduto segnata più per demerito gallese che per merito proprio. Australia che continua ad essere né carne né pesce, che vince con poco margine, ma che porta a casa in qualche modo tre vittorie su quattro. Premiati oltre i meriti secondo me.
Fiji: cosa siano venute a fare in Europa quest'anno resta un mistero. Anni fa erano i più temibili degli trio Fiji-Samoa-Tonga, ma adesso sono diventati senza dubbio i più scarsi. Problemi di giocatori forse, certo che giocano nell'ordine contro Inghilterra ed una selezione irlandese denominata Ireland XV, e prendono più di cinquanta punti da entrambe, segnando due mete contro gli inglesi perché questi ultimi erano al pub. Quando giocano sembrano in gita scolastica con le infradito a piedi, svogliati e non attenti in classe.
Francia: La Francia con il nuovo tecnico Philippe Saint Andrè, si è rinnovata molto e ha costruito su una bella banda di scapestrati condita con qualche anzianotto a fare da chioccia. Notare che mancava dell'infortunato capitano Dussautoir, magnifica terza linea e Man of the match nella finale mondiale persa contro gli All Blacks il Novembre dello scorso anno. Giocano un rugby semplice ma efficace, e la loro mischia distrugge quella australiana nel primo incontro giocato contro i canguri e vinto per trenta e passa punti a sei. La serata passata in mischia chiusa dagli avanti australiani è stata simile alla ritirata dal Don per la Divisione Julia durante l'ultimo conflitto mondiale. Rispolverano come mediano d'apertura Michalak che gioca con la fantasia ed il genio dei vecchi tempi ma con molta più razionalità. Vincono la settimana dopo seppellendo di punti un'Argentina ancora ebbra della vittoria di Cardiff e i francesi sono stati bravi, muovendo molto la palla, a non cadere nel “pantano” argentino: ma come ben si sa, giochi bene anche perché gli avversari te lo permettono giocando male: elementare Watson! Gran partita comunque. Un po' meno, invece, ma sempre vinta, quella contro le Samoa che conclude i loro test di Novembre con tre vittorie su altrettante partite. Squadra da rivedere in un prossimo futuro nel banco di prova del 6 Nazioni.
Galles: peggio di così non poteva certo andare. E' vero che mancavano diversi giocatori infortunati, ma come può una squadra semifinalista in Coppa del Mondo neanche dodici mesi prima e che ha vinto addirittura il Grand Slam nel 6 Nazioni di quest'anno, aver smarrito il bandolo della matassa? Crisi d'identità, forse? Perdono malamente contro l'Argentina, facendosi invischiare nelle sue sabbie mobili dove i giocatori argentini li aspettano a braccia aperte e con il coltello tra i denti. Perdono ancora più malamente contro Samoa dove prendono un sacco di calci contro, di cui ben sei, udite udite, per falli in prima linea. Contro gli All Blacks di solito non hai chance e così il pronostico viene rispettato; partita onesta da parte gallese, perché di più non potevano, ma segnano una meta bellissima e d'altri tempi. Touche a favore in attacco a dieci metri dalla linea di meta, giocata con tutti i quindici uomini nello schieramento e con i neozelandesi sorpresi da una cosa fuori dal loro DNA rugbistico. Palla vinta, (se la perdevano erano dolori!) e rolling maul con tutta una nazione dietro a spingere. Meta.....e che meta ragazzi!! Contro Australia giocano sputando l'anima sperando di vincere almeno uno dei quattro test match. Stavano per riuscirci fino a trenta secondi dalla fine; ma vuoi un po' di sfortuna, vuoi anche che pensavano d'avercela fatta, subiscono una meta in contropiede decretando così un'altra sconfitta e un periodo decisamente nero per il quindici del Dragone. Ma sono sicuro che si risolleveranno, e presto anche.
Inghilterra: Dopo i disastrosi mondiali dell'anno scorso, la federazione della Rosa fa piazza pulita e con il nuovo coach Lancaster inizia l'operazione “Mondiali 2015” che si terranno in casa loro. I test di Novembre erano nell'ordine Fiji, Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda, e scusate se è poco. Squadra giovane con pochi caps e poca esperienza a livello di test match, con il difetto di ammirarsi troppo allo specchio quando le cose vanno bene. Giocano contro un'inesistente squadra Figiana scesa in campo in pantofole e pigiama e vincono per più di cinquanta punti ma riuscendo anche nell'impresa di subire due mete. Contro l'Australia scendono in campo certi già di una vittoria facile, ma fanno male i conti. Non fanno i calcoli nè con l'orgoglio degli Aussie, nè con il fatto che questi ultimi hanno recuperato uomini importanti in mischia. Poi, soprattutto, giocano con una supponenza irritante. Morale: visto che l'avversario non è un cretino, perdono per 16-20, tra l'altro con una loro meta molto dubbia anche per il TMO. Critiche a non finire da parte dei media in settimana, così affrontano il sabato dopo il Sud Africa con ben altro piglio e disciplina. Partita chiusa e terribilmente fisica, consuetudine dei match contro gli Springboks, i quali segnano una meta, dopo una serie di rimpalli, che più balorda non si può. Secondo tempo, e sopratutto gli ultimi venti minuti, con gli Inglesi all'arrembaggio, ma la difesa sudafricana è come ben si sa, tosta ed organizzata, così perdono di un sol punto per 15-16 ma se avessero vinto non sarebbe stato uno scandalo. La partita con la Nuova Zelanda nei pronostici dava poche speranze ai padroni di casa. Un'altra sconfitta, tre su quattro incontri, avrebbe buttato in pasto ai media squadra ed allenatore e, credetemi, da quelle parti la stampa non scherza proprio. Ma ogni partita è storia a sé, e il 1 Dicembre 2012 a Twickenham dalle 14.30 alle 16.30 locali succede l'inverosimile ed il mondo ovale viene capovolto. Gli All Blacks sono un po precotti dalla lunga stagione e così gli Inglesi completano l'opera culinaria cucinandoli a puntino. La micidiale mischia inglese arriva prima nell'area del break down costringendo i Kiwies a diversi falli; gli inglesi sbagliano pochissimo, gli All Blacks sbagliano troppo, anche perché vengono sottoposti ad una pressione asfissiante sia a livello degli avanti sia a livello dei trequarti, quest'ultimi orchestrati dal ventunenne apertura Farell sempre più autoritario e sorprendente. Sotto 0-15 gli All Blacks, feriti nell'orgoglio, reagiscono e in sette minuti sono a 14-15 con due mete trasformate; gli Inglesi subiscono un duro e quasi mortale colpo, ma reagiscono meravigliosamente e segnano tre mete in quindici minuti. Ancora due calci di punizione negli ultimi dieci minuti e... op là, il pranzo è servito e finisce 38-21. Ora, una piccola riflessione dopo tanto entusiasmo: una vittoria inaspettata e come si dice, “una rondine non fa primavera”. Tante cose non hanno funzionato per i logori neozelandesi, tutto invece ha funzionato per gli inglesi. Però una cosa è certa: una squadra con un'età media di 24 anni e otto mesi che perde contro l'Australia di 6 punti, perde contro il Sud Africa di 1 solo punto e batte gli All Blacks 38-21, secondo il mio modesto parere può sperare in un futuro roseo. Il coach Lancaster si è salvato dalle critiche feroci dei media... io sto ancora festeggiando. Scusate la lunghezza del commento ma un impresa del genere meritava due parole in più. Swing low, sweet chariot!!!!!
Irlanda: nazionale formata sul solito triangolo Munster-Leinster-Ulster e che schiera delle interessanti novità. Gioca il primo test match contro il Sud Africa e l'inizio gara è tremendo perché gli Irish non cedono di un millimetro. Il loro spirito indomito ormai non sorprende nessuno, e i sudafricani rispondono colpo su colpo. Il primo tempo finisce con l'Irlanda addirittura in vantaggio e con gli Springboks alquanto sorpresi di tanto ardore agonistico. Nel secondo tempo l'Irlanda dopo 15 minuti entra in riserva, anche perché i sudafricani con il loro gioco fisico e abrasivo piano piano sgretolano il quindici del Trifoglio. Finisce 16-12 per il Sud Africa, ma l'Irlanda ha venduto la pelle a caro prezzo, come il suo solito d'altronde. La seconda partita è un'Irlanda versione due, chiamata Ireland XV, e ospitano la banda Fiji. Gli isolani figiani vengono sepolti sotto più di cinquanta punti, e secondo me, gli irlandesi potevano benissimo giocare la partita con le vecchie glorie. La terza partita la giocano contro l'Argentina, solita squadra coriacea ma con le batterie scoppiate: non c'è praticamente partita e i Pumas tornano verso Buenos Aires con altri cinquanta punti nella stiva. Tutto sommato un buon Novembre, ma con qualche dubbio vista l'inconsistenza di Fiji ed Argentina.
Italia: se guardo il secondo tempo contro Tonga, i primi cinquanta contro gli All Blacks ed il secondo tempo contro Australia mi viene da dire “ Bene, abbiamo fatto progressi”, ma se guardo il resto mi viene da dire “Siamo alle solite!!” Nel primo tempo della partita con il Tonga sembriamo tornati indietro nel tempo, avendo in campo trequarti inconsistenti e mischia sotto il solito standard. Secondo tempo decisamente migliore, complici anche i Tongani che cadono nei loro immancabili pasticci irrazionali. Vinciamo con poco scarto, convinciamo poco, e prendiamo una meta in superiorità numerica. Contro gli All Blacks giochiamo ottimamente per quasi un'ora, complice, a dir il vero, una squadra neozelandese infarcita di qualche riserva non proprio all'altezza, della serie: “Qualche giocatore normale lo avranno pure loro o tutto quello che hanno è oro 24 carati?” Comunque è un'Italia che non t'aspetti, almeno contro un avversario del genere, perché attacchiamo i loro spazi, non li stiamo ad aspettare e conquistiamo terreno con scelte di gioco finalmente efficaci. Lo stadio Olimpico, con i suoi settantaduemila spettatori, salta in aria come una polveriera quando segniamo una bella meta con Sgarbi e incominciamo a sognare. Il sogno però dura poco, perché la nostra luce si spegne al 60° e gli All Blacks hanno vita facile e ci infliggono tre mete nello spazio di dieci minuti; il risultato finale però, visto l'andamento espresso in campo dalle due squadre, in tutta onestà è un po' troppo pesante. Contro l'Australia solita menata: primo tempo da proibire ai minori di 14 anni e finito 9-22; secondo tempo esaltante, in cui siamo i padroni del campo e riusciamo a risalire la china fino a sfiorare uno storico pareggio per 22-22 ma, ahimè, il calcio piazzato di Orquera all'ultimo giro di lancette esce a lato del palo destro. La domanda finale è la solita: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Contro l'Australia nel secondo tempo, siamo noi bravi a risalire la corrente o sono loro che si sono fermati in mezzo al guado? Perché diciamola tutta, se sei in vantaggio 22-9 e molli concentrazione e tensione agonistica, non è come spegnere o accendere la luce con l'interruttore, di conseguenza è molto difficile rientrare in partita. E poi un'altra cosa: in un modo o in un altro, le partite dell'Italia non sono mai giocate bene per tutti gli ottanta minuti, e continuiamo a sfiorare e non vincere tante gare. Problemi di tenuta? Direi di no, visto che giocano tutti o in Pro 12 o nel campionato inglese e francese. Ma siamo così sicuri che il campionato Pro 12 sia dello stesso livello di quello francese ed inglese? Di trenta giocatori convocati, 18 sono della Benetton Treviso, 5 delle Zebre e i rimanenti 7 provengono dai campionati esteri. Per il Treviso certamente un motivo di vanto e di orgoglio, ma per il resto del movimento? Una nazionale fondata per quasi due terzi con giocatori provenienti da un'unica società, perché quello che offre il resto dell'Italia rugbistica, vedi Zebre e campionato Eccellenza, è praticamente nullo. E per carità non fatemi parlare della Accademia. Comunque nei test mi sono piaciuti, oltre i soliti noti, Minto e Gori, due giovani, che se fatti giocare con continuità, avranno un futuro più che roseo. Il prossimo 6 Nazioni avremo tre partite in casa contro Galles, Francia ed Irlanda, e due fuori contro Scozia ed Inghilterra: se siamo veramente cresciuti, due partite su cinque bisogna vincerle, senza se e senza ma.
Nuova Zelanda: una squadra non sarà mai imbattibile, può vincere molto più delle altre, ma ogni tanto cade e... se cade a Twickenham, meglio ancora. La finale della Coppa del Mondo dell'anno scorso è significativa: contro una Francia fino a quel momento poco convincente, gli neozelandesi hanno rischiato non poco e questo dimostra che, come sempre, ogni partita è un capitolo ed una storia a sé. Vincitori indiscussi del Quattro Nazioni, che quest'anno includeva la new entry Argentina, sono piombati in Europa con l'intenzione di fare capotto e andare finalmente in vacanza dopo una lunga e logorante stagione tipica di un post mondiale. Battono la Scozia di molto, però subendo tre mete, di cui due in modo balordo e non da loro. Battono l'Italia come si è visto, ma non convincendo moltissimo, e grazie al black out italiano nei ultimi venti minuti. Vincono contro il Galles abbastanza agevolmente ma crollano, è proprio il caso di dirlo, contro gli inglesi, subendo il più alto punteggio e scarto negli incontri tra loro disputati. Diciamo che non sono inossidabili robot neppure loro, diciamo anche che qualche giocatore non è proprio all'altezza degli altri, diciamo anche che non tutto quello che nasce nella NZ rugbistica è un diamante purissimo. Un'altra considerazione: mi sembra che quest'anno, seppur di poco, il gap tra emisfero Sud e quello Nord si sia un pochino affievolito, ma magari è solo una mia piacevole illusione. Persa una battaglia, non una guerra, ma qualche dubbio sulla loro immortalità e qualche sconfitta ogni tanto fa bene, altrimenti corrono il rischio di diventare antipatici, a cominciare dalla danza del Haka che sta diventando sempre di più uno spot pubblicitario. Una volta la facevano solo in rare e importanti occasioni: adesso la fanno tre volte al giorno prima dei pasti. Ma a parte gli scherzi, per ora restano ancora i più forti.
Samoa: giocano e vincono contro il Canada, poi vanno a vincere a Cardiff contro il Galles con una superba partita, tenendo a bada con non poca fatica il loro istinto omicida in fatto di placcaggi. Sono stranamente (ma molto stranamente) ordinati in mischia chiusa, dove guadagnano ben sei calci a favore durante l'arco del match contro i gallesi. Appena un secondo dopo il fischio finale iniziano i festeggiamenti a base di abbondanti libagioni di cui vanno ghiotti ed incontrano la Francia la settimana dopo ancora costipati, e pagano pegno perché l'Alka Selzer non aveva sortito gli effetti desiderati. Comunque, sempre una squadra da prendere con le pinze: se hai la giornata storta e loro quella buona, non ne vieni fuori vivo, questo è poco ma sicuro.
Scozia: gli highlanders ne fanno una dritta e parecchie storte. Perdono malamente, sebbene segnando tre mete, contro New Zealand, poi perdono di undici punti, giocando una grandissima partita all'arma bianca contro il Sud Africa. Poi la combinano davvero grossa, pari solo all'eliminazione dell'Italia da parte della Corea nei mondiali di calcio del 1966 in Inghilterra. In una piovosa, fredda e ventosa serata ad Aberdeen nel nord-est della Scozia, con delle condizioni climatiche nettamente a loro favore, perdono niente meno che con Tonga. I tongani non sono nuovi a questi scherzi del cazzo (chiedere alla Francia) ma gli scottish l'hanno proprio combinata bella.....per modo di dire. Questa vergogna, secondo i giornali scozzesi e popolo intero, costringe alle dimissioni il tecnico Robinson. Sono messi male, c'è poco da dire, ma tante volte hanno toccato il fondo, e tante volte si sono risollevati. Succederà anche stavolta.
Sud Africa: solita banda di maniscalchi che dopo averti tirato dietro il martello tentano di colpirti anche con l'incudine. Sono grandi, grossi e sopratutto cattivi. Praticano un rugby che a lungo andare porta sì risultati ma logora il fisico a la mente. Vincono, ma non stravincono: nell'ordine: 16-12 contro l'Irlanda, 21-10 contro la Scozia e 16-15 contro l'Inghilterra. Okay, tutte partite giocate fuori casa, ma non vinte con il solito roboante punteggio. La storia del gap che è leggermente diminuito tra i due emisferi può essere una giustificazione? L'ala Brian Habana, famosa per la sua velocità supersonica, viene disinnescata, ma ci pensa la mischia ed un paio di trequarti over size a portare a casa il macinato, come dice Vittorio Munari nelle sue telecronache stile Vanna Marchi. Interessante il tallonatore Strauss, sostituito di Bismarck du Plessis, autore di due mete, di cui una d'intercetto, contro la Scozia. Un ottimo giocatore, almeno da quanto visto, e tanto per cambiare, grosso come un frigo a due ante della Whirlpool. Ridendo e scherzando però, tre vittorie su tre, e buona notte ai suonatori.
Tonga: secondo me, attualmente i migliori del triangolo Fiji-Samoa-Tonga. Mettono in difficoltà l'Italia, battono Stati Uniti e Scozia: cosa volere di più? Come i samoani, e una volta i figiani, se hanno la luna dritta e un minimo di razionalità, ti fanno piangere lacrime amare. Succede di rado, questo è vero, ma quando lo fanno il botto si sente, eccome. Non dimentichiamoci poi, che questa è tutta gente che gioca quasi esclusivamente nei campionati francese ed inglese e che, messi un po' a dieta e insegnato loro meno esuberanza ed un pochino di raziocinio, sono diventati dei giocatori più che buoni.
Qui finiscono le mie considerazioni personali sui test di Novembre delle migliori squadre del ranking mondiale. Ma c'è un'altra cosa: forse tutti non sanno, o forse sì e semmai chiedo scusa, che in questi giorni a Londra si è svolto il sorteggio dei gironi del Mondiale 2015 che si terranno in Inghilterra, e questo è quanto è uscito dall'urna:
Gruppo A: Australia, Inghilterra, Galles, Oceania 1, vincitore dei play off
Gruppo B: Sud Africa, Samoa, Scozia, Asia 1, America 2
Gruppo C: Nuova Zelanda, Argentina, Tonga, Europa 1, Africa 1
Gruppo D: Francia, Irlanda, Italia, America 1, Europa 2
Dalle prime impressioni e considerando l'attuale valore di ogni nazione, il nostro girone, se non è proibitivo, poco ci manca. Ma tra tre anni le cose possono cambiare magari in meglio per noi e peggio per gli altri; però sperare sulle disgrazie altrui sarebbe troppo comodo, perciò è molto meglio se ci rimbocchiamo le maniche noi. Il girone A è secondo me quello più duro, il classico girone della morte dove una tra le tre blasonate fa le valigie anzitempo. Spero in cuor mio, che non sia l'Inghilterra, perché se questo accadesse, gli organizzatori inglesi, impugnando un qualche cavillo giuridico, troverebbero il modo di annullare il tutto e ricominciare il mondiale da capo. Il girone C e B sono un buon riscaldamento prima dei quarti di finale, con un lieve dubbio su chi arriva seconda tra Samoa e Scozia, e magari confidando che i tongani estraggano dal cilindro magico una prestazione fuori concorso. La strada per England 2012 è ancora lunga ed altre vittorie o sconfitte nel frattempo ci attendono. Quando saliremo la prossima volta sul patibolo, saremo il boia o il condannato?
Questo è quanto.
elbiondo54
Ultima modifica: 08/12/2012 alle 18:52
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