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24/01/2011, 16:51

ANCHE I GRIFONI VINCONO A PORDENONE (3-7). E ANCHE QUESTA BATTAGLIA E’ DAVVERO DURA

di Riccardo Fabris

Prima partita dei Grifoni in notturna fuori dalle mura amiche: la trasferta è a Pordenone, in quel campo maledettamente complicato, dove vincere o perdere è sempre questione di pochi punti. Cosa dimostrata anche ieri: ma, d'altronde, coach Stefano ci aveva già avvisato di questo all'allenamento di rifinitura del venerdì. Si gioca con un freddo cane; in compenso il campo è buono, di quelli che vanno bene sia alla fanteria di mischia che alla cavalleria leggera. Encomiabili gli spogliatoi, bianchi e lustri e tirati a lucido; ci preoccupano un po’ le docce che ci ricordano vagamente lo stile di un campo di prigionia, ma non facciamo troppo gli schizzinosi. Preparazione alla partita gestita con grande concentrazione: sappiamo che se vogliamo vincere dobbiamo farlo a modo nostro, facendo pressione e segnando immediatamente nel primo tempo, per poi gestire il risultato nel secondo. Cosa che non avviene: ci portiamo la partita sulla schiena fino alla fine, come contro il Fontana; ma risulta essere la più combattuta, in campo, sugli spalti e in panchina.

Si parte con la stessa formazione scesa in campo contro il Piave; in panchina trova posto anche il "desaparecido" Manuel, ritornato dopo un lungo periodo di assenza. Non passano neanche 5 secondi che abbiamo l'opportunità per segnare 3 punti: potremmo piazzare, ma è troppo lontano, appena dentro i 10. Scegliamo la touche: Alisson spara il pallone dritto dritto proprio lì, a 5 metri dalla linea di meta. Sancho lancia, Giuggiola salta e recupera, si forma la maul. "Fioi, tutte le maul da dentro i 22, devono andare in meta" ci dice sempre coach Lele. Ma non succede: mischia agli avversari. Introduzione, palla loro, calcio e si ritorna indietro. Non vedremo più la linea di meta fino alla corsa da trattore, stile Dallaglio degli anni migliori, di Gregory. Infatti si gioca tutto fra 22 nostri e 22 avversari, fra mischie vinte e perse, fra touches rubate e giocate fatte a metà.

A smuovere il tabellino ci pensa il piazzatore del Pordenone: un piazzato dai 22 viene “parato” da uno di noi in un attacco di pazzia: avanti. Mischia loro ai 5, reggiamo, palla fuori, placcaggio al limite di Alisson e calcio, facile, dai 15: 3 a 0. Fra un altalenarsi di mischie ripetute, touche storte, prese al volo che fanno cilecca, la partita si tinge di giallo. Non per le maglie degli avversari (gialle e nere); ma per quell'antipatico cartellino color paglia che viene estratto almeno un paio di volte per squadra. Prima è Greg ad andare fuori per 10 minuti: sembra infatti che spinga gli avversari che lo intralciano mentre ritorna nella linea di difesa. Il secondo che prova l'ebbrezza dell'espulsione temporanea è Robby Fasan (Alafazan!), ammonito insieme al numero 15 avversario per i toni troppo accesi della loro discussione sul problema della raccolta differenziata dei rifiuti.

Secondo tempo e finalmente arriva la riscossa dell'Oderzo, grazie a una cavalcata trionfale del bue da tiro che si nasconde sotto il numero otto. Come accennato prima, non siamo nella loro area di meta da un tempo: nell'aria si sente che forse un'occasione del genere non capiterà più. Siamo fuori dai loro 5, a 8, 10 metri dalla linea di meta. Palla che viene introdotta, Sancho allunga le gambe, parte la danza del tallonatore. L'arbitro non fischia niente: miracolo, questo è un segno del cielo, quasi tutte le mischie erano state in qualche modo fischiate. Gregory non ci pensa due volte, sa che da dentro i 22 loro deve partire e non gli è assolutamente concesso fermarsi prima della linea di meta. Così fa: e si porta a spasso 1, 2, 3, 4 giocatori avversari, in uno stile inconfondibile, aggraziato come un ippopotamo in corsa. Ma ce la fa, l'ultimo mezzo metro allunga il braccio e segna. Euforia generale, i panzoni che si abbracciano fra di loro, quando sai che una meta viene fatta partendo da mischia chiusa, tutto ha un sapore speciale. Alisson trasforma, esplode anche il  nostro pubblico. Ma manca ancora molto, più di metà tempo: dobbiamo tener duro, stringere i denti: non possiamo mollare adesso, non possono farci tornare giù col punteggio. E gli ultimi 20 minuti sono i più confusi, tanti falli fischiati, mischie rifatte, calci sbagliati. Ma teniamo ancora, il muro non si rompe, abbiamo la testa dura. Negli ultimi minuti entrano forze fresche: cambio piloni ed esce Fasan, che da dietro i pali va direttamente in panchina. Dentro Pani, Manuel e Cesco. Alla fine è proprio un assedio: ultimi minuti dentro i nostri 22, si ostinano, non vogliono assolutamente perdere. Ma qui la determinazione dei Grifoni si concretizza, a ogni calcio sale un grido che spaventa gli avversari, chi è designato per lo sfondamento retrocede, ha paura del placcaggio. Alla fine viene estratto un altro cartellino, rosso per Pani. Il fischio finale è una liberazione, un grido che si propaga nel buio, una soddisfazione per questi punti duramente guadagnati, che ci permettono di restare nella parte alta della classifica. Ora sappiamo che possiamo, anzi dobbiamo vincere anche quando non giochiamo come vogliamo, portandoci la partita sulle spalle fino alla fine. Ora il nostro obbiettivo rimane quello di prepararci per le prossime sfide (Montebelluna, ma ancora di più Lido e Cus Padova a febbraio), tenendo conto anche di partite come questa.

Altre considerazioni: mischia che inizialmente fatica a trovare il ritmo, ma dopo 2-3 "chiarimenti" si mette in carreggiata. Nelle touche torna uomo normale Carrer, dopo la eccezionale prestazione contro il Piave: ogni 2 salti, il terzo decide di prendersi una pausa e si lascia sollevare. Giuggiola sporca continuamente i lanci avversari; unica nota dolente, su touche rubata spara il pallone su Nicolò, che si becca tutta la mischia in avanzamento. Sancho cerca di provare le magie riuscite contro il Piave, ma trova un avversario molto duro, e una volta si allunga troppo. Da segnalare la botta da autoscontro presa da Gabri su penetrazione del pilone avversario: non lo placca, ma di corpo lo ferma. Infine: sempre implacabili Mirco e Alisson nel placcaggio.

Hanno giocato:  Alisson Gobbo, Enrico Berti, Luca Battistella, Mirco Battistella (c), Roberto Fasan (20’ st. Alberto Cescon), Enrico Termine, Nicolò Baldo, Gregory Stival, Stefano Giuriolo, Leonardo Ragazzon, Nicola Carrer, Alessandro Buosi Gabriele Girardi (20’ st. Alessandro Panighel), Marco Battistella, Riccardo Fabris (20’ st. Manuel Gerolami). A DISPOSIZIONE: Lorenzo D'Andrea.

P.S. La società deplora la mancanza di controllo del tecnico principale, che si è fatto espellere senza motivo contestando senza fondamento le decisioni arbitrali. Il tecnico suddetto viene invitato a cercare di sviluppare un maggiore autocontrollo e a non rischiare di compromettere le prestazioni della squadra per la propria irresponsabilità.

P.P.S. Ciao Stefano, confesso subito vigliaccamente che io sono solo l’esecutore materiale delle righe qui sopra. Il mandante ideologico è quello biondo che di solito sta seduto in panca vicino a te, quello grosso. Veditela con lui, tenendo conto che tu giocavi ¾ e lui terza linea….  Ciao. Sandro (HaHaHa…)

Ultima modifica: 24/01/2011 alle 18:20

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